domenica 29 novembre 2020

SOCIOLOGIA

 LA SOCIETÀ POSTMODERNA

L'evoluzione più recente della società industriale ha portato cambiamenti portandola ad essere chiamata società post-moderna. Il primo a parlare di essa fu Jean-François Lyotard, Per descrivere la condizione della cultura contemporanea. Egli sostiene che ciò che caratterizza fondamentalmente l'epoca post-moderna e la fine delle grandi narrazioni. Nel corso della storia tutte le società si sono basate su grandi interpretazioni del mondo che hanno cercato di mettere ordine nella realtà e spiegare in maniera organica e unitaria il senso delle cose. La fine delle grandi narrazioni significa che questi grandiosi racconti universali non hanno più presa sulle persone, che non vi cercano più la ragione di ciò che accade né vi si rivolgono per capire come agire. Scompare la visione ottimistica della storia, del progresso e della scienza che dall' illuminismo in poi aveva caratterizzato la società occidentale moderna. Per fare la cultura post moderna e fondamentalmente anti utopica, cioè priva di grandi ideali e pervasa da un profondo scetticismo non solo verso i miti dell'età moderna ma anche verso le sue potenti ideologie politiche, come liberalismo e marxismo. 

 

IL DIBATTITO SUL POSTMODERNO

Il termine post-moderno ha sollevato molti dibattiti in quanto volevano riguardare l'opportunità o meno di etichettare come nuova l'attuale fase storica e culturale. A questo riguardo si possono sinteticamente tratteggiare due posizioni, una contraria è una favorevole all'utilizzo del termine virgola che riflettono un diverso modo di interpretare i cambiamenti in atto. Coloro come Jürgen Habermas, Rifiutano il termine post-moderno perché sembra una dichiarazione di fallimento della modernità. Per Habermas lui la modernità si identifica con il progetto illuministico di emancipazione dalle autorità ed alle tradizioni del passato; allo stato attuale tale progetto appare ancora incompiuto ma non definitivamente fallito, come sostengono invece teorici del post-moderno. 

Sulla stessa linea interpretativa si pone Anthony Giddens, che considera le trasformazioni sociali in atto non un radicale cambiamento Rispetto al passato quanto, piuttosto, una sua radicalizzazione. In altre parole, le tendenze contemporanee non sono correttamente rappresentate da un termine che pone l'accento sul superamento della modernità, ma, al contrario, vanno indicate attraverso un’espressione che ne accentui la continuità con il passato. Gli propone quindi di parlare di tarda modernità. All'estremo opposto vi sono coloro che accettano il termine post-moderno e lo considerano adatto per la descrivere la cultura contemporanea virgola di cui sottolineano la frammentazione, la molteplicità di riferimenti alternative con contraddittori, il dissolvimento di valori un tempo ritenuti universali quali la verità, la nazione o la religione. Queste trasformazioni, come sottolinea Zygomunt Bauman, Influiscono profondamente sui processi identitari e sui percorsi esistenziali dei singoli attori sociali, con una forte ricaduta anche sul versante dell'etica e della morale virgola in cui prevalgono orientamento di tipo relativistico. 

 

LE CARATTERISTICHE DELLA POSTMODERNITÀ

Esiste una certa convergenza sugli “indicatori” più significativi del mutamento culturale contemporaneo. Possiamo individuare quattro caratteristiche fondamentali della postmodernità:

  • La centralità del sistema d’informazione e comunicazione. Lo sviluppo dell’informatica e delle tecnologie dell’informazione, negli ultimi decenni ha fatto si che la produzione di dati e la diffusione d’informazione acquisissero crescente importanza
  • La società contemporanea è anche chiamata società della conoscenza.
  • La tendenza alla globalizzazione e, simultaneamente, alla frammentazione.
  • L’accettazione delle diversità.
  • Un diffuso clima di incertezza.

LA SOCIETÀ POSTINDUSTRIALE

Anche l'evoluzione più recente delle società occidentali ha avuto impatti particolari sulle trasformazioni nel mondo del lavoro. Tuttavia, le trasformazioni più recenti hanno interessato non tanto l'organizzazione del lavoro industriale quanto la distribuzione dell'occupazione fra i diversi settori di attività. Ciò a cui si assiste oggi è una graduale ma costante riduzione  dell'incidenza che il lavoro in fabbrica ha nel panorama generale della società. In proporzione, rispetto agli operai aumentano sempre di più coloro che lavorano negli uffici, nelle attività di commercio o come liberi professionisti. 
Ultimamente, si registra in tutti i Paesi industrializzati un continuo espandersi del settore terziario a discapito dell'industria e dell'agricoltura, andamento che viene definito "terziarizzazione dell'economia".
Il settore primario e terziario hanno raggiunto un livello produttivo molto elevato in presenza di una contemporanea riduzione del numero degli occupati. Una delle conseguenze è che aumenta la quantità di lavoratori che trova impiego nel settore terziario, dove l'innovazione tecnologica crea nuove professioni e quindi nuove opportunità. Questo è il motivo per cui le società occidentali odierne vengono spesso definite anche società postindustriali, cioè società nelle quali il processo di industrializzazione è giunto al termine e ha lasciato posto a quello di terziarizzazione. il settore terziario è costituito da profili professionali multiformi: il termine "servizi" fa riferimento a una realtà lavorativa omogenea, composta da un insieme di occupazioni diversissime, che possono presentate di occupazioni diversissime, che possono presentare sia un alto livello di specializzazione ha portato maggiore benessere.
Ai lavoratori, ora viene richiesto un atteggiamento flessibile verso l'attività lavorativa. Durante questi decenni si è verificata una progressiva sostituzione delle forme di lavoro stabili con forme precarie, giuridicamente ambigue, poco protette sul piano previdenziale. L'insieme di queste nuove forme di attività economica basate sulla condivisione di beni e servizi è chiamato sharing economy o economia collaborativa. Questi fenomeni promuovono forme di collaborazione e cooperazione tra gli attori sociali e per queste pratiche è fondamentale il supporto della tecnologia digitale. 

LE RELAZIONI DI GENERE NELLA SOCIETA' POSTMODERNA 
I profondi cambiamenti che hanno coinvolto la struttura e l'organizzazione della famiglia spingono anche verso una maggiore individualizzazione dei ruoli sessuali al suo interno. L'aspetto più evidente è la crisi dei ruoli tradizionali ovvero il progressivo venir meno della rigida distinzione dei comportamenti secondo genere. Spesso questo si traduce come una fonte di disagio per la coppia e causa di instabilità famigliare. A tutto questo si accompagna però una più ampia condivisione famigliare delle scelte e delle responsabilità, sia affettive che educative e economiche. L'emergere della soggettività  femminile ha dato avvio ad un ripensamento dei modelli identitari maschili, infatti alcuni stereotipi dell'immaginario condiviso cominciano ad essere eliminati. 

I CONSUMI NELLA SOCIETÀ POSTMODERNA 

Nella società postmoderna il consumo è divenuto una delle attività prevalenti nella vita quotidiana. Per "consumo" si intendono due cose: l'acquisto di un bene o servizio oppure l'uso di esso. Dal secondo dopoguerra si è verificata una progressiva estensione della capacità di consumo a strati sempre più ampi della popolazione. Il sistema industriale può essere descritto come una spirale che gli studiosi chiamano sviluppo o crescita dell'economia. 
Se alle origini della società industriale il consumo riguardava gruppi limitati di persone, nel corso del novecento si è rapidamente diffuso a gruppi più ampi di persone collocati su tutti gli strati sociali. Si è inoltre moltiplicata l'offerta dei prodotti, e dopo la nascita della pubblicità nacque il consumismo, ovvero la tendenza a comprare molte più cose di quelle effettivamente necessarie. 
Le caratteristiche della società postmoderna si manifestano nel  consumismo: 
  • Marche, brand, etichette che consentono ai consumatori di esercitare le loro preferenze, sono uno strumento di comunicazione attraverso cui le aziende raccontano l'identità di ciò che vendono;
  • Molte aziende  propongono a consumatori appartenenti a società e culture molto diverse le stesse immagini di stili di vita globalizzati, ma allo stesso tempo i marchi globali sono spesso usati per costruire identità locali e frammentate
  • Se le persone tramite ciò che acquistano raccontano agli altri qualcosa di sè, i marchi rendono disponibili prodotti che consentono di adottare e incorporare stili di vita differenti, rendendo tali racconti compatibili con identità mutevoli
  • A causa della diversità e della mutevolezza, il consumo alimenta un forte senso di incertezza. 




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